Bussate pure alla porta del cuore di Gallipoli, quello antico che fa palpitare l’isola su cui sorge. Ma prima, intenti ad attraversare quel ponte in pietra che aggancia la parte vecchia alla parte nuova, lanciate uno sguardo a sinistra e noterete il Castello Angioino che galleggia sul mare.
Con i suoi tre torrioni circolari e la torre poligonale, il sistema difensivo della città e del porto fu migliorato nel XVI secolo, quando venne realizzata un’ulteriore torre fortificata, il “Rivellino”, collegata alla fortezza principale da un ponte levatoio. Questa, in breve, la storia del Castello gallipolino, ma ora scendiamo pure nei dettagli e chiediamoci, innanzitutto, quali ragioni spinsero alla sua realizzazione.
L’intera Puglia, si sa, è terra di castelli. La regione più orientale d’Italia è stata sempre un’area di grande importanza strategica e un corridoio di traffici commerciali di primo piano. Per questo motivo, tutto il suo territorio è punteggiato da strutture fortificate: nel Salento s’incontrano i castelli di Otranto, Lecce, Castro, Copertino, Corigliano d’Otranto e Poggiardo, solo per ricordare i più noti.
Si arriva, così, a quello di Gallipoli. Circondato quasi completamente dal mare (questo è il suo tratto distintivo), fu innalzato ad est, in una posizione strategica a difesa della “Città Bella” e di quel porto che era un importante crocevia dei traffici con l’Oriente.
Ma a quando viene fatta risalire la sua costruzione? La struttura, all’incirca così come appare ora (di pianta quadrilatera potenziata da torrioni agli spigoli, di cui uno ennagonale, il più antico, e tre circolari), è stata edificata successivamente all’assedio angioino del maggio 1269 che aveva mandato in frantumi la preesistente fortificazione.
In effetti, Gallipoli è sempre stata una cittadella fortificata, fin da quando faceva parte delle colonie della Magna Grecia. Nei secoli, poi, il sistema difensivo è stato potenziato sempre di più, fino all’importante tappa del 1522, quando fu realizzata la torre del famoso Rivellino, progettato dall’architetto senese Francesco di Giorgio Martini che a Gallipoli era stato chiamato, tra il 1491 e il 1492, dal duca Alfonso di Calabria.
Per lungo tempo, il Rivellino è stato un cinema all’aperto, dove si respirava un’atmosfera fiabesca, a detta di quanti hanno avuto la fortuna di assistere ad un qualche spettacolo. Ora, da circa quattro anni, è iniziato il percorso per la riapertura che, finora, ha incontrato l’ostacolo dei tempi lunghi della burocrazia. Nel nuovo progetto, che si spera possa essere realizzato quanto prima, c’è una sala per eventi culturali e piccoli spettacoli teatrali.