Isola di Sant’Andrea

A nord di Gallipoli, a circa un chilometro e mezzo dalla terraferma, si trova l’ isola di Sant’ Andrea, ha un’ estensione di circa 5 ettari ed è del tutto pianeggiante. Non lontano, vi è una minuscola lingua di terra che sporge, conosciuta anche come Scoglio della Nova.

È nota fin dai tempi della dominazione messapica, che la chiamavano Achtotus (Terra Arida), e costituisce un sito di notevole importanza archeologica con insediamenti dell’ età del bronzo. Restò non considerata per tutto il periodo romano e prese il nome di Isola di Sant’Andrea in epoca bizantina quando vi venne costruita un’omonima cappella.
Nel XVIII secolo l’isola veniva utilizzata come pascolo per le greggi che venivano trasportate sulle barche dei pastori. Nella parte più alta dell’isola, infatti, c’era una fonte di acqua dolce che consentiva di abbeverare le greggi.
Nel 1866 fu costruito il faro a luce mobile per aiutare i pescatori durante le tempeste, oggi funzionante in automatico tramite pannelli solari che alimentano una grande lampada capace di illuminare fino a venti miglia marine. È stato completamente ristrutturato tra il 2005 e il 2006 per volere del Ministero della Difesa.

Si fa particolarmente ammirare durante le prime luci del mattino e durante l’ora del tramonto, come potete vedere anche nell’immagine proposta in basso. La presenza del faro è già visibile da molto lontano dalla costa.
L’isola è alta poco più di tre metri sul livello del mare così che durante le burrasche invernali resta in completa balia delle intemperie. Fa oggi parte del Parco naturale regionale Isola di Sant’Andrea e litorale di Punta Pizzo istituito nel 2006 e non è più liberamente attraccabile dalle imbarcazioni, a meno di visite organizzate. L’istituzione del Parco Naturale ha così permesso di salvaguardare la sua flora mediterranea. Oltre al faro, si possono vedere delle piattaforme risalenti alla seconda guerra mondiale e la flora e la fauna del posto, tra cui non mancano giunchi e diversi conigli selvatici. Nell’aria sentirete particolari profumi di erba selvatica.

Il suo distaccamento dalla terraferma l’ha resa un’oasi con una evoluzione differente, per questo è possibile trovarvi specie animali e vegetali uniche. L’area rappresenta infatti anche l’unico sito di nidificazione, del versante ionico ed adriatico d’Italia, della specie di Gabbiano Corso ed ora viene presa in considerazione durante le migrazioni anche da cicogne e aironi. È presente anche un minuscolo laghetto usato come area riproduttiva da gamberi e altri pesci.

In mancanza di visite organizzate si può comunque decidere di effettuare un giro dell’isola in barca, che all’alba e al tramonto offre scenari indimenticabili. È possibile anche fare snorkeling sui suoi fondali tramite centri autorizzati e potrete così ammirare la bellezza del suo ecosistema sottomarino di sabbia, scogli, alghe, ricci di mare e altri pesci.

 

Isola del Campo

Un’altra isola minore è l’Isola del Campo, situata di fronte alla riviera di scirocco e anticamente collegata alla città tramite un sottilissimo lembo di terra. Come testimoniano i numerosi scheletri qui ritrovati, si dice che su quest’ isolotto ci fosse un cimitero.

 Foto di Franco Mantegani

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