Le varie città del Barocco nella penisola salentina: Lecce, Galatina, Galatone, Nardò, Gallipoli.
Introduzione
Lecce ed altri centri salentini tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Settecento sono stati investiti da una corrente architettonica che prevedeva fasti e fronzoli sulle costruzioni più importanti: chiese in primis, ma anche altri monumenti, porte cittadine, palazzi nobiliari…la moda del tempo voleva che ci fosse un’esplosione di fantasia, favorita anche dalla particolare malleabilità della pietra leccese, il materiale con cui venivano realizzate queste opere d’arte. Quella che allora era più nota come Terra d’Otranto si arricchì così nel corso di due soli secoli di inestimabili tesori architettonici che ancora oggi costituiscono l’ossatura dei centri storici e il vanto dei residenti.
La fastosità delle decorazioni ha fatto sì che questa corrente artistica prendesse il nome di barocco, nello specifico locale caratterizzato dalle lavorazioni su questo tipo di pietra e tutte nello stesso stile è ancor più noto come “barocco leccese”. Lecce è la punta di diamante di questi fasti architettonici, ma diversi altri centri abitati della penisola salentina hanno recepito gli influssi del capoluogo, consegnando così alla storia altri monumenti barocchi di tutto rispetto. Vi proponiamo qui di seguito un itinerario che segue “la via del barocco” nel Salento: partiamo da Lecce, proseguendo poi per i centri di Galatina, Galatone, Nardò e Gallipoli.
Lecce
Possiamo considerare il barocco a Lecce in due differenti “ondate”. La prima è quella che comincia alla fine del XVI secolo. L’architetto Francesco Zimbalo dalla tradizione cinquecentesca avvia un cambiamento che nel tempo diventerà sempre più radicale. Fu lui ad occuparsi della realizzazione nella Chiesa di Santa Croce, uno dei massimi esemplari del barocco, dei portali e dell’altare di San Francesco.
È una fase prematura dove il barocco non è ancora distinguibile come una corrente unica che più tardi la definirà “leccese”, mentre quando Lecce assumerà anche il controllo di polo economico e culturale del Salento, gli altri centri salentini tenderanno a guardare alle sue costruzioni rendendo così unitario il barocco dalla seconda metà del Seicento.
È proprio a questo periodo che risale il rifacimento della facciata della Chiesa di Santa Croce, che diventa così come la possiamo ammirare oggi, ultimata nel 1656 dal lavoro di Cesare Penna.
Fu però Giuseppe Zimbalo l’architetto che si occupò della realizzazione delle maggiori opere barocche di Lecce: su tutti assumeranno importanza centrale nella fisionomia barocca di Lecce la Cattedrale del Duomo e il Palazzo dei Celestini con il relativo convento, che si affianca alla Chiesa di Santa Croce come se fosse la sua naturale prosecuzione.
Molto particolare è il complesso di Piazza Duomo (foto copertina), che vede la grande opera barocca non soltanto nella Cattedrale, ma anche lungo tutto il perimetro del grande Palazzo Vescovile e del Seminario, sovrastati dal Campanile, per una struttura complessiva unica che la fa diventare la piazza più bella d’Italia realizzata in stile barocco.
Sempre per volere dello Zimbalo venne issata in Piazza Sant’Oronzo la Colonna del Santo, con capitello barocco a sorreggere la statua. In questa piazza si possono ammirare altre opere barocche come il Sedile del 1592 e antica sede dell’amministrazione (dotata di un grande portale trasparente, perché questo era il concetto di “trasparenza” pubblica del tempo) e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie del 1590.
Questi sono i principali monumenti barocchi di Lecce, incastonati tra molte altre opere non barocche (Il Castello oltre che l’Anfiteatro e il Teatro Romano su tutti), che la rendono nell’insieme una città di rara bellezza che ogni turista dovrebbe visitare, anche quando ha in programma la sola vacanza tutta sole e mare sulla costa.
Galatina
La più importante è la Chiesa Madre, intitolata agli Apostoli Piero e Paolo e realizzata già nel Trecento. Tuttavia, la chiesa assume la sua fisionomia barocca definitiva soltanto nella seconda parte del Seicento, con il rifacimento della facciata completamente secondo lo stile barocco. Offre tre sezioni, corrispondenti ciascuna alla navata interna e ciascuna è dominata da statue: il portale centrale è custodito dalle statue dell’Immacolata Concezione, di San Paolo e San Giuseppe, mentre le porte laterali dalla statua di Santo Stefano e dalla statua di San Marco. All’interno, troviamo magnifici altari realizzati con marmo policromo. L’interno della chiesa è particolarmente pregiato anche per la presenza di numerose tele originali risalenti dalla seconda metà del Seicento alla seconda metà del Settecento. Sulla volta, gli affreschi mostrano particolari accadimenti relativi alla vita di San Pietro, ma qui siamo già ben oltre il barocco, essendo stati realizzati soltanto nel 1875.
Galatone
Sulla facciata il portale principale è sovrastato da una statua di Gesù in vita accompagnato da alcuni angeli. Ai lati, sono ben in mostra le statue dei quattro evangelisti, due per parte. Sulla parte superiore, in alto, si distinguono infine le statue di San Pietro da un lato e di San Paolo dall’altro. All’interno, l’altare principale è realizzato in pietra leccese, decorato e sfarzoso come vuole la tradizione barocca e dove dei bassorilievi mostrano ai più attenti le quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.
Nardò
Oggi il centro storico di Nardò è un’importantissima testimonianza del periodo barocco, con il fulcro di Piazza Salandra su cui si affacciano numerose chiese barocche quali la Chiesa di San Trifone, la Chiesa di Sant’Antonio, la Chiesa di San Domenico e il monumento dell’Osanna.
Gallipoli
Giuseppe Zimbalo realizzò nel primo periodo barocco il piano superiore della facciata della Cattedrale di Gallipoli (nel 1696), intitolata a Sant’Agata, che prese il posto di un’antica chiesa romanica precedentemente crollata. Il progetto originale è però frutto del lavoro di Giovan Bernardino Genuino nel 1629 e l’arricchimento barocco è avvenuto in un secondo tempo.
Come vedete dall’immagine, la chiesa si fa immediatamente notare per le sue linee spumeggianti. Se l’esterno è barocco, l’interno è pregiatissimo ed è quasi una pinacoteca, arricchito dalla presenza di ben 106 tele seicentesche e settecentesche di ottimo livello.
Il Palazzo del seminario è stato realizzato nel 1756 per opera di Adriano Preite ed anch’esso presenta una facciata che si distende con gusto ed eleganza tra innumerevoli motivi barocchi. All’interno, troverete il Museo Diocesano attivo dal 2004 dove vengono custoditi quadri, dipinti e cimeli della Chiesa gallipolina risalenti al Seicento ed al Settecento.
Questo palazzo fu voluto da un esperto di diritto di un paese vicino, sufficientemente ricco per potersi permettere la costruzione. Il palazzo è quello che più si ispira alla tradizione barocca a Gallipoli, mostrando grandi finestre ovali ricche di intagli e particolari e di balconi che richiamano anche uno stile più mediterraneo e spagnolo. Il palazzo rimase di proprietà dei Tafuri fino alla cessione avvenuta nel XIX secolo.
Altri centri
Se le città di cui abbiamo parlato custodiscono molto del barocco di Terra d’Otranto, dobbiamo però sottolineare che questa forma d’arte architettonica riuscì ad affermarsi anche in molti degli altri centri locali, compreso il basso Salento fino a Santa Maria di Leuca. Alcune testimonianze che citiamo sono la chiesa parrocchiale di Lequile, la chiesa dell’Immacolata di Cutrofiano, la chiesa madre di Castrì e quella di Tricase, ma gli esempi sono troppi per poterli elencare tutti. Anche i più piccoli paesi possono spesso vantare un loro monumento o palazzo barocco.
Conclusione del viaggio
La corrente barocca nel Salento è stata ben più che una espressione artistica: è stata l’impulso che ha dato vita alla ricostruzione in chiave innovativa – per l’epoca – di monumenti, chiese e palazzi che hanno saputo resistere al tempo per la loro bellezza.
Partendo dagli influssi stilistici provenienti da Lecce, in tutti i centri urbani del Tacco d’Italia chiese e palazzi si son visti impreziosire di decorazioni esuberanti, capricciose ed ammalianti, con continui disegni non solo decorativi, ma spesso con chiari rimandi iconografici come nel caso della Chiesa di Santa Croce, al pari degli altari interni. Allo stesso modo, è proprio tra il Seicento ed il Settecento che si definiscono le piazze più belle del Salento come nei casi di Piazza Salandra a Nardò e Piazza Duomo a Lecce, in un contesto molto più armonico ed arioso di quanto non venisse fatto nei secoli precedenti.
E se avete deciso di intraprendere questo itinerario barocco, per rimanere in tema non potete che pernottare in una Dimora Storica salentina tra quelle da noi consigliate!
immagine in evidenza: Piazza Duomo a Lecce, foto pubblica da Wikimedia Commons.