Foto di Franco Mantegani
Bandiere speciali, color blu, sventolano su e giù per la costa adriatica del Salento, mentre una rinomata vela, anzi ben cinque, ne solcano le acque.
Siamo sul versante orientale di questa terra del meridione baciata dal sole e stiamo parlando degli illustri titoli (la Bandiera Blu della Fee e le 5 vele di Legambiente) di cui si è fregiata, negli anni, per la pulizia dei litorali, la trasparenza delle acque e la qualità dei servizi offerti. Ma il fianco est del “Tacco d’Italia” è costellato anche da altro: i profumi e le tinte della macchia mediterranea, e quel sapore del passato che rivive nelle grotte marine e sulle torri costiere.
Il nostro viaggio parta da nord, dal litorale che fa capo a Lecce, capoluogo di provincia e anima del Salento. Il volto delle marine di Lecce (Torre Rinalda, Torre Chianca, Frigole e San Cataldo) è pulito, acqua e sapone come si suol dire (anzi, acqua e sabbia), niente a che vedere con i colori sgargianti e le forme sinuose che si spalmano sulle facciate barocche dei principali monumenti della città.
Ora, una chicca per ognuna. Torre Rinalda è la marina più a nord che prende il nome dall’omonima torre di fattura spagnola, oggi ridotta ad un rudere. Anche Torre Chianca, piccolo borgo di pescatori, deriva la propria denominazione dall’antica fortificazione fatta innalzare da Carlo V. Frigole, invece, si distingue per la presenza del bacino di Acquatina e di una lunga fila di dune sabbiose ricoperte dalla vegetazione. San Cataldo, infine, è la più vicina alla città barocca ed ospita un’area protetta, la Riserva Naturale delle Cesine.
Solo 16 km più a sud, è il turno delle superpremiate marine di Melendugno che, nell’estate 2012, sono state giudicate meritevoli sia della Bandiera Blu sia delle 5 vele di Legambiente (nel secondo caso, uniche nel Salento). San Foca, Roca Vecchia, Torre dell’Orso e Sant’Andrea sono forse poco conosciute, ma ognuna di loro presenta una particolarità.
San Foca ha due abitanti speciali: lo “Scoglio dell’Otto” (detto così per la forma) e un importante porto turistico.
Roca è rinomata, invece, per la grotta naturale della Poesia e per i ruderi del suo castello a strapiombo sul mare.
A Torre dell’Orso, i fiori all’occhiello sono la Grotta di San Cristoforo e i due faraglioni (le “due sorelle”), mentre a Sant’Andrea, oltre agli scogli a picco che emergono dall’acqua nei pressi della riva, spicca la rigogliosa pineta che incontra quella degli Alimini.
Ma la Bandiera Blu 2012 è sventolata anche sul litorale di Otranto. Nella cittadina più orientale d’Italia, si consiglia un tuffo nella piccola baia di Porto Badisco, nella zona della Grotta Monaca o nella leggendaria Baia dei Turchi. Lì il relax è garantito, ma chi ama la folla e la movida opti per il litorale dei Laghi Alimini, dove la spiaggia dorata è punteggiata da numerosi stabilimenti balneari.
Tranquillità sarà la parola chiave anche di un’eventuale vacanza a Santa Cesarea Terme, dove ci si può coccolare nelle benefiche acque termali che confluiscono nelle grotte naturali Fetida, Solfurea, Gattulla e Solfatara. Rilassante è anche il panorama: alte rocce a strapiombo sul mare, con alle spalle fitte distese di ulivi secolari.
A soli 7 km è Castro Marina, l’ultima delle Bandiere Blu 2012 sul lato adriatico. Anche qui, gli scogli a picco sul mare costituiscono solo un tassello del variegato puzzle panoramico completato dalle rinomate grotte che emergono dai fondali, tra cui la più famosa è la “Grotta della Zinzulusa“.
Prima di approdare sulla frastagliata scogliera di Santa Maria di Leuca, estremo lembo meridionale del Salento, si passano in rassegna dei posticini poco conosciuti, ma davvero graziosi: Marina di Andrano, Tricase Porto, Marina Serra, Marina di Novaglie e Ponte del Ciolo.
Si segnalano: a marina di Andrano la “Grotta verde” e il Lungomare delle Agavi (detto così per le numerose piante che lo punteggiano); le sorgenti di acqua dolce e le numerose grotte a marina di Novaglie; le emozioni da brivido che si possono provare a Ponte del Ciolo che ha la forma di un canyon e prende il nome dalle gazze ladre che sostavano sul canale.
Il primo assaggio, la prima fetta di Salento, finisce qui.