Un tempo zona paludosa facente parte di una più ampia area umida che si estendeva da Brindisi fino a Otranto, oggi le Oasi delle Cesine sono una bellissima Riserva Naturale sita nel comune salentino di Vernole. L’origine del nome Cesine è incerta: potrebbe derivare dal latino segine, che a sua volta deriva da seges, e significare proprio zona incolta e paludosa oppure la sua etimologia potrebbe risalire al verbo latino caedere, tagliare, così ricordando l’antica pratica di recidere gli alberi per ottenere delle zone fertili e coltivabili.
La storia dell’Oasi Le Cesine
Il passato dell’Oasi è quello di una zona malsana, non coltivabile, che pregiudicava la produttività del territorio salentino e in cui aveva trovato il suo habitat naturale la zanzara anopheles, portatrice di gravi malattie e di infezioni. Fu proprio per queste ragioni che nell’Ottocento si decise finalmente di bonificare l’area, con il duplice obiettivo di sconfiggere la malaria e di ricavare terreni da destinare alla coltivazione di prodotti tipici.
La bonifica della zona fu realizzata procedendo con la canalizzazione del terreno, ovvero con la costruzione di una fitta rete di canali minori collegati ad uno principale e più grande, che faceva fluire verso il mare l’acqua dolce, e con la predisposizione di una serie di pozzi capaci di raccogliere e conservare una certa quantità d’acqua da utilizzare in caso di necessità.
Oltre alla canalizzazione, l’operazione di bonifica incluse anche la realizzazione di un impianto, costruito piantando specie arboree adatte ad assorbire l’acqua che stagnava nonostante la canalizzazione, così da rendere il terreno fertile e adatto alla crescita di piante tipiche della macchia mediterranea. Al faticoso lavoro di bonifica del territorio contribuirono i braccianti del territorio salentino, che furono coordinati da professionisti esperti delle Bonifiche Ferraresi provenienti dall’Emilia Romagna. Dell’intera area bonificata (oggi più di 1.000 ettari in totale), in seguito alla Riforma Fondiaria, 350 ettari furono destinati alla Regione Puglia e altri 300 ettari furono affidati a coloro che avevano manualmente contribuito alle operazioni di bonifica.
La necessità di istituire una Riserva Naturale divenne poi evidente in seguito alla mattanza di 5000 animali, tanto che nel 1971 in Iran, a Ramsar, i 750 ettari furono riconosciuti Zona Umida di Interesse Internazionale e, successivamente, anche in Italia il WWF e il Corpo Forestale dello Stato cominciano la loro importante opera di sensibilizzazione con il fine di tutelare e salvaguardare maggiormente l’area. Così, nel 1979 Le Cesine divennero Oasi WWF e nel 1980 il decreto ministeriale le dichiarò Riserva Naturale dello Stato e al WWF Italia fu affidato il compito di gestire e valorizzare la zona protetta.
Successivamente, proprio grazie alle ricerche e alle operazioni di osservazione svolte negli anni dal WWF, le Cesine sono state riconosciute anche Zona a Protezione Speciale (ZPS), perché è qui che nidificano diverse specie animali, e Sito di Importanza Comunitaria (SIC) grazie alle preziose specie animali e vegetali che la popolano.
La flora
Suggestivo e affascinante, il paesaggio de Le Cesine si caratterizza per il suo eccezionale mix di habitat: a quelli naturali e seminaturali, ovvero spontanei e parzialmente influenzati dall’azione dell’uomo, si combinano gli ambienti antropici, ovvero i terreni agricoli, coltivati prevalentemente ad olivo (Olea europea) e fondamentali perché capaci di offrire nutrimento a molte delle specie animali che popolano l’oasi. Nell’affascinante zona protetta rientra anche il bellissimo litorale che affaccia sul mar Adriatico e che si estende per circa 6 km, alternando tratti di spiaggia a zone ciottolose e alla scogliera. Lungo il litorale, potrai ammirare diverse specie di uccelli acquatici e numerose piante dunali, come il ginepro fenicio, l’eringio marittimo, il giglio e la violacciocca di mare, la ruchetta marina, la salsola e la soldanella di mare.
Nella zona ciottolosa potrai osservare la piantaggine, il finocchio marino e il limonium vulgare. La riserva Le Cesine è un posto magico, caratterizzato da una flora incantevole e da specie vegetali rare e protette. Oltre alle dune, trovano spazio il bosco misto, alcune aree palustri, i canali di bonifica e la macchia mediterranea. La zona boschiva è caratterizzata dalla pineta a pino d’Aleppo e pino domestico, a cui si affiancano il frangivento, il cipresso, il pino delle canarie, il pino marittimo, le suggestive foreste a leccio e le seducenti querce vallonee.
Particolarmente attraente anche la macchia mediterranea, che trova vita nella vegetazione bassa, caratterizzata dalle cisti, dalla santoreggia pugliese, dal timo, dal rosmarino e dalla particolare erica pugliese, e comprende anche le zone in cui crescono arbusti quali il mirto, la quercia spinosa, il lentisco, la fillirea e il ligustro. Rigogliosa e interessante è anche la vegetazione palustre, con le sue distese di canneto a cannuccia di palude, l’iris giallo, la campanella selvatica (Ipomea sagittata) e la Periploca, le ultime due specie vegetali di preziosa rarità. Splendide le diverse specie di orchidee spontanee che in primavera tinteggiano la riserva de Le Cesine e, con le loro forme particolari e i loro colori vivaci, rendono ancor più suggestivo il paesaggio: le Ophrys, le Serapias, le Orchis, la Limodorum Abortivum, l’Anacamptis Pyramidalis e l’Epipactis microphylla.
La fauna
Affascinanti e ammalianti le numerose e rare specie animali che trovano rifugio nella Riserva Naturale de Le Cesine, grazie alla particolare complessità ed eterogeneità dei suoi habitat. Inoltre, essendo l’Oasi collocata lungo una delle più importanti rotte migratorie del Mediterraneo, durante i periodi di migrazione, appunto, numerose specie di uccelli impreziosiscono lo spettacolo naturalistico che la Riserva offre. Nel periodo primaverile, in particolare, l’atmosfera si fa suggestiva grazie al volo di migliaia di farfalle che colorano i cieli della Riserva: la Vanessa del Cardo, il Macaone, i Licaenidi e il Macroglossum Stellatarum, una falena che somiglia molto al colibrì.
Nelle nottate tardo invernali e primaverili protagonisti dell’Oasi sono gli anfibi e i loro versi caratteristici, che rendono l’atmosfera ancor più particolare: le raganelle, specie che qui trova il suo habitat naturale, il rospo smeraldino e il rospo comune. In tarda primavera e in estate, la regina degli anfibi è la rana di Uzzel. A vivere nella Riserva Naturale anche altre due specie di anfibi, che però non si mostrano mai al pubblico, il tritone crestato e il tritone italiano. Quanto ai rettili, a spasso per l’Oasi potrai ammirare diverse specie: la testuggine palustre (Emys orbicularis), i serpenti, la vipera, il ramarro, la luscengola, il geco comune, il geco verrucoso, il Colubro Leopardino ed il Grande Cervone, queste ultime due specie più difficili da osservare. Se sei fortunato, inoltre, e con maggiore probabilità nei mesi di maggio e di giugno, potrai essere spettatore di uno degli spettacoli più emozionanti della Riserva, la danza nuziale dei biacchi, dei serpenti molto agili e veloci. Nel momento dell’accoppiamento, il maschio morde la femmina sulla nuca cercando così di immobilizzarla.
Numerosissime e variegate (oltre 180) anche le specie di uccelli che durante tutto l’anno popolano la zona. Un’esperienza che ti consigliamo di vivere è quella di concederti qualche ora nelle torrette di osservazione dell’Oasi, dove potrai ammirare e restare affascinato dai graziosi e peculiari alati che popolano la zona e rendono magica l’atmosfera con i loro voli, i loro canti e i caratteristici versi. In Inverno potrai ammirare anatre, codoni, mestoloni, alzavole, fischioni, moriglioni, morette, volpoche e la regale Aquila Minore. In primavera e in autunno, quando le migrazioni tra l’Africa e l’Europa sono frequenti, potrai osservare l’Albanella Minore, il Falco di palude, l’Albanella Pallida, gruppi di grillai e di Falchi Cuculo, le Marzaiole, i Fistioni Turchi e le Morette Tabaccate. E ancora, nei fitti boschi a sedurti saranno i rilassanti canti di passeriformi, fringuelli, cinciarelle, cinciallegre, occhiocotti e usignoli. Infine, la flora dell’Oasi Le Cesine è popolata anche diverse specie di mammiferi che sbucano dai loro rifugi soprattutto di notte. Tra questi, il tasso, le faine, le donnole e le volpi.
La masseria
Importante attrazione dell’Oasi è la Masseria Le Cesine, di proprietà regionale. In seguito ai lavori di restauro, la Masseria è stata adibita a centro visite ed è stata dotata di una foresteria, di un auditorium e di un punto di ristoro preso di mira da famiglie, gruppi e scolaresche in visita alla riserva naturale salentina. Il fascino della Masseria risiede nelle diverse costruzioni di cui si compone, edificate in altrettanti periodi storici.
La Torre è la struttura più antica, eretta alla fine del Cinquecento con gli obiettivi militare di difesa e di avvistamento, ovvero di controllo del mare e di collegamento visivo con la Torre di San Cataldo e con Torre Specchia. Successivamente, alla fine del Seicento, quando cessarono le incursioni straniere via mare, fu costruito il primo nucleo della masseria e, alla fine del Settecento, fu edificata anche l’abitazione del massaro.
Le visite all’Oasi Le Cesine
Le Oasi Le Cesine sono visitabili durante tutto l’anno. In particolare, le visite guidate si svolgono esclusivamente la domenica e nei giorni festivi secondo il seguente calendario:
- dal 1 ottobre al 31 maggio la partenza è alle ore 10:30;
- dal 1 giugno al 30 settembre la partenza è alle ore 16:30.
Durante il periodo estivo, tuttavia, le visite guidate sono organizzate anche nei giorni feriali, secondo un calendario che puoi trovare sul sito del WWF Italia. (http://www.wwf.it/oasi/puglia/le_cesine/) Particolare attenzione, proprio in virtù dell’obiettivo di formazione e di sensibilizzazione che l’organizzazione della Riserva Naturale si pone, è riservato ai gruppi e alle scolaresche, che su prenotazione possono visitare l’oasi tutti i giorni e usufruire anche di lezioni frontali, oltre che delle visite guidate.
Da dove accedere all’Oasi Le Cesine
SP San Cataldo – San Foca
Masseria Cesine 73029 Vernole (Le)