Stanze è un incredibile viaggio alla scoperta del Salento, ma non solo. E’ un viaggio in giro per il mondo, un’avventura intima e condivisa. Le emozioni saranno indiscusse protagoniste, assieme ai luoghi, alle persone, al vissuto e all’animo di chi lo ha dipinto in uno scatto.
Stanze, la mostra di Salvatore Coluccia è al Castello Aragonese di Otranto dal 4 marzo fino al 26 aprile 2017. Noi qui te la raccontiamo in anteprima, proprio insieme a Salvatore! 🙂

Nato a Otranto nel 1973, Salvatore Coluccia da piccolo si avvicina alla fotografia grazie ad un giovane uomo che presto sarebbe diventato parte della sua famiglia e fotografo professionista.
Ancor prima di possedere una macchina fotografica, incoraggiato da una innata passione per il disegno, inizia a sperimentare alcune tecniche di pittura prediligendo acquerello, olio e pastello. Nel corso degli anni partecipa a diverse mostre di pittura non lontano dalla città di Roma dove vive. Il lavoro lo porterà spesso in viaggio, e saranno proprio queste numerose occasioni che faranno in lui tornare e crescere sempre più la sua passione per la fotografia. Iraq, Afghanistan, Islanda, Norvegia, Grecia, Cipro, Stati Uniti, sono solo alcune delle sue tappe lavorative.
Da sempre interessato al mondo dell’informatica e a quello della grafica digitale, intraprende un percorso di studio che lo porterà a specializzarsi nella realizzazione di siti web in ambiente HTML e Joomla! Inizia, quasi per gioco, realizzando e gestendo un sito guida per quanti volessero imparare ad usare il programma di casa Adobe, ovvero Photoshop.
Disegno, pittura, fotografia, editing digitale, informatica, viaggi, rappresentano tutto ciò che ha coltivato durante questi anni e che possono essere riassunti con un’unica parola: passione.
#1. Ciao Salvatore! ☺ Ti va di raccontarci chi sei e cosa fai?
#2. Occhi dietro all’obiettivo: come vive il Salento un fotografo professionista? Cos’è che più lo affascina e lo ammalia?
Credo di nascere come paesaggista, ed è Otranto la mia meta e musa ispiratrice. Conosco ogni angolo di questa terra e mi affascina fotografarla in ogni periodo dell’anno, quando ci faccio ritorno.
#3. Sei un professionista di livello internazionale, viaggi in giro per il mondo ma è sempre nel Salento che fai ritorno. Perché il richiamo del ritorno è così forte e irrinunciabile?
Il richiamo del ritorno è qualcosa che sento maggiormente in questi ultimi anni. Sarà forse l’età, ma ricordo che negli anni passati le mie soste nel Salento erano di minore durata e di minore frequenza. Erano gli anni in cui il lavoro mi portava in Iraq, in Afghanistan e in diversi luoghi dell’Europa, mentre con gli amici si sceglievano altre tappe, come l’America per esempio. Ma negli ultimi anni ho iniziato a venirci molto più spesso, e non solo in estate ovviamente.
#4. Ci racconti quali sono, secondo te, le bellezze custodite nel Salento? Cos’ha di magico questa terra?
#5. Qual è la località turistica costiera che più ti ha privato di fiato e di parole?
Forse sono di parte, essendo io otrantino, ma la zona che più mi ha privato di fiato è tutto il litorale adriatico, dall’oasi delle Cesine (un vero paradiso che consiglio di osservare anche dall’alto di un aereo qualora ne aveste possibilità) fino a S.M. di Leuca.

#6. Qual è il paese dell’entroterra salentino che più ti affascina?
Mi affascina molto l’entroterra attorno alla cittadina di Calimera dove gran parte della popolazione parla ancora il griko, l’antico idioma di origine greca, e gli alberi di ulivo sono enormi e secolari.
#7. E il tuo piatto tipico salentino preferito?
Non ho un piatto tipico salentino preferito, ma un dolce sì, ed è il pasticciotto salentino. Diventa un appuntamento quotidiano quando mi trovo a casa
#8. Dal 4 marzo al 26 aprile 2017 i tuoi scatti saranno esposti nel Castello Aragonese di Otranto. La mostra ha il titolo di Stanze. Ci racconti il significato del nome e qual è il filo conduttore che ci condurrà da una Stanza ad un’altra?
Stanze è il nome che ho voluto attribuire alla mia mostra fotografica. Questa più che mai è una mostra personale, che racconta di me molto più di quanto si possa credere. Sono dell’idea che la nostra casa sia un luogo che racconta molto di ognuno di noi. Per questa ragione voglio immaginare il visitatore dentro ai miei luoghi, accompagnandolo per ogni stanza.
Dopo aver fatto conoscere la mia città, porto il visitatore nelle due successive stanze, in occidente prima, e in oriente poi. Il contrasto è palese, è cercato, è voluto. Nella stanza dell’occidente è la città ad essere protagonista – bella, ma fredda. Mentre in oriente, per lo più in Afghanistan, è il calore dei visi umani ad essere sottolineato, messo in evidenza.
#9. In particolare, due Stanze sono dedicate al racconto del Salento, Neve e maltempo e Otranto. Che viaggio potremo vivere in queste Stanze?
La prima stanza ha il compito di colpire il pubblico con l’eccezionalità della neve che abbiamo avuto pochissimi mesi fa. E’ stata una fortuna per me essermi trovato ancora qui, e seppur impreparato ho cercato di trarne profitto portando tantissimi scatti con me.
Quella più intima è senza dubbio la stanza successiva, quella dedicata alla mia città, Otranto. Non volevo presentarla nel modo più classico a cui oramai siamo un pò tutti abituati, ovvero come tante piccole cartoline.
E allora l’ho resa biografica, dove in ogni scatto ci sono io, seppur in modo allegorico. Due foto, un unico sentiero fotografato da punti diversi, ad indicare l’ingresso e l’uscita da questo luogo personale.
E poi la scoperta della musica assieme alla scoperta dei luoghi (l’ipogeo di Torre Pinta), la ex-cava di bauxite con la donna vestita con il burqa ad indicare i miei numerosi viaggi nei paesi islamici. Il ragazzo di colore che scopre Otranto nei suoi libri, o la bellezza del cavallo, il mio animale preferito, sono alcune delle foto di questa stanza.


#10. Immaginiamo che un tuo amico che non ha mai vissuto nel Salento abbia desiderio di venire a trovarti? Ti va di organizzare per lui un viaggio in 10 Stanze alla scoperta del Salento?
Se dovessi immaginare di far conoscere il Salento a chi non c’è mai stato, lo porterei di stanza in stanza ad iniziare da quella della musica tipica del Salento, la pizzica, e dopo aver ballato lo porterei nella stanza della cucina tipica.
Di seguito nella stanza degli ulivie delle campagne, nella stanza del mare e delle sue spiagge, in quella delle chiese barocche.
Concluderei la permanenza nelle stanze di un faro, affinché possa conoscere la quiete di questi luoghi e la forza della tramontana contemporaneamente