Acaya, frazione di Vernole, è un minuscolo centro abitato che dista 10 km dal capoluogo salentino.
Il grazioso e antico borgo di Segine, di epoca medievale, entrò a far parte della Contea di Lecce nel XII secolo, poi fu donato dagli Angioini al Convento di S.Giovanni Evangelista di Lecce ed infine, nel 1294 fu concesso in feudo da Carlo II d’Angiò a Gervasio Acaya, famiglia che ne cambiò la storia. Gli Acaya tennero il feudo per ben tre secoli.
Già Alfonso Acaya diede poi volto di terra abitata a Segine, ma l’attuale nome di Acaya fu assunto solo nel 1535, quando il figlio e grande magister Gian Giacomo dell’Acaya, già architetto e ingegnere militare di Carlo V, costruì la cinta muraria attorno al centro in aggiunta a bastioni, baluardi e al castello fatti edificare dal padre 29 anni prima. Aggiunse anche un imponente fossato attorno al castello stesso e fu deciso di mutarne il nome da Segine ad Acaya in onore alla famiglia che fortificò il borgo.
La sua particolare importanza storica è dovuta proprio nell’essere ad oggi l’unico esempio di città fortificata del Meridione d’Italia uscita indenne dai secoli e dalle guerre mantenendo il suo aspetto seicentesco, ed avente un’impronta tipicamente rinascimentale nello stile. Il borgo fortificato riflette gli schemi ideali della città-fortezza, perché in essa si scorge l’impostazione, elaborata in quel periodo, delle opere difensive costituite dalla cinta bastionata con “fianchi ritirati” e dalla morfologia urbana dal rigido tracciato ortogonale, entrambi elementi fondamentali della nuova urbanistica. Molto bello il Castello, che mostra un robusto cordone di pietra e due grandi torrioni coronati in cima con archetti e bacchettelli. Anche le strade interne sono pianificate militarmente e non presentano la classica conformazione “a gomitolo” dei centri storici delle città italiane, ma sono inserite in un piano di strade dritte ben distanziate che si intersecano tra loro orizzontalmente e verticalmente.
Questo centro fu fortificato con l’assenso di Carlo V proprio per realizzare una struttura difensiva più distante dalla costa che riuscisse a rispondere in modo più efficace agli attacchi dei turchi che in quegli anni sbarcavano in massa sulle coste pugliesi.
Dopo gli Acaya, il feudo passò ai De Monti – Sanfelice e infine alla famiglia Vernazza, fino a quando non fu abolito il sistema feudale. Il castello rimase però disabitato per molti anni e divenne nel Settecento facile preda dei Saraceni, che lo devastarono ma, fortunatamente, non lo distrussero.
Anche oggi il Centro è circondato dalle antiche mura di cinta. Presenta una sola porta d’ingresso, Porta Sant’Oronzo, così chiamata perché in cima è posta una Statua di Sant’Oronzo, scolpita in pietra leccese e fatta lì collocare nel 1692 da Andrea Vernazza a quei tempi signore del feudo. Così, fermandovi ad Acaya, avrete la netta sensazione di fare un viaggio nel tempo per ritrovarvi di fronte ad una città fortificata del Seicento. Poco distante, poi, sorgono numerose strutture ricettive modernissime, compreso il rinomato Acaya Golf Resort Hilton spesso sede di ricevimenti ed eventi.
LA CHIESA
La Chiesa Parrocchiale di Acaya risale al XVI sec. ed è dedicata alla Madonna delle Neve. La facciata è stata rifatta nel 1865 in seguito all’ampliamento.
La parte absidale e l’elegante campanile, recentemente restaurato, sono di epoca tardo-romanica.
Adiacente alla chiesa vi è la torre campanaria che fu ristrutturata da G.Giacomo dell’Acaya.
IL CASTELLO
Il Castello di Acaya rappresenta la testimonianza tangibile di un potere feudale, intorno al quale si é sviluppata la storia di queste popolazioni, che è poi una storia di grande e dignitosa povertà.
Il castello risale al 1535-36 ed è una struttura trapezoidale, intorno ai cui lati est e sud vi sono gli ambienti a pianoterra.
Sia il castello che la cintura bastionata vengono muniti a difesa, da un doppio ordine di casematte disposte verso il fossato e la campagna attigua.
Il castello è collegato con la terraferma attraverso un unico ponte.
La muraglia fortificata del castello è delimitata a Sud-Ovest e Nord-Est da due torri di forma circolare; la cortina Est viene ripresa da Gian Giacomo su una preesistente struttura costruita dai suoi antenati ed adattata al sistema difensivo dell’epoca; il lato Nord del castello, che é anche il limite estremo delle mura, era stato concepito dall’architetto come la zona atta ai servizi essenziali, gestiti dai suoi vassalli.
I MONUMENTI
Le mura perimetrali della cittadella sono di forma rettangolare con tre baluardi.
Sulla parte superiore di queste mura vi era un camminamento di ronda per le guardie e tutte erano circondate da un fossato.
Tre dei quattro angoli delle mura sono muniti di robusti bastioni mentre nel quarto, posto a sud-ovest, il maestro progettista, decise di costruirvi il castello.
La Porta costituisce l’ingresso principale al borgo medioevale. Sulla sommità si può ammirare la statua di S.Oronzo, patrono di Acaya.
A destra lo stemma gentilizio degli Acaya,a sinistra quello dei Vernazza. Nella parte superiore del portale una lapide e lo stemma dei De Montibus.
immagine 1: by Lupiae (Own work) [CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons.
immagine 2: by Lupiae (Own work) [CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons.