Cursi sorse durante l’epoca romana, tanto che il suo nome secondo alcuni deriverebbe dal centurione Marco Curzio, al quale, dopo la conquista romana, fu assegnato il territorio su cui poi sorse Curtium, la futura Cursi. Secondo un’altra ipotesi, sorse sempre in epoca romana come stazione di “corrieri” (detti dai Romani diarii cursores, da cui derivò Cursi). Lo stemma civico, raffigurato da un giovanissimo corriere-araldo che porta in mano un plico di lettere-dispacci, allude a questo fatto storico e ne confermerebbe l’origine.
Dapprima feudo della Chiesa di Otranto, nel XIV secolo ne prese possesso la famiglia De Hugot e nel 1500 ne divenne feudataria Maria Quatrara, che lo aveva ereditato da Bellisario Maramonte. Nel 1534 passò poi alla famiglia Bellotti, fino al 1542, quando divenne nuovamente proprietà della famiglia Maramonte. Gioacchino Maramonte lo comprò da Ettore Brayda, ma passò già l’anno seguente ai Ventura e nel 1633 al Conte di Conversano Gerolamo Acquaviva.
Nel 1661 fu portato in dote da Giulia Cicinelli ai Caracciolo che, ultimi signori di Cursi, tennero il feudo a titolo di principato.
Il centro abitato sorge sull’altopiano a nord est di Maglie e il sottosuolo è stata la sua fortuna. Infatti qui si trova un tipo particolare di pietra calcare molto fine e adatta ad essere lavorata e decorata con intagli: si tratta della celebre pietra di Cursi, la più grande risorsa dell’area. Pensate che il barocco leccese è stato realizzato con la pietra calcarea estratta dalle cave a cielo aperto di questo paese. Le Cave di Cursi sono state anche utilizzate numerose volte per eventi e concerti musicali.
Monumenti a Cursi
Di un certo interesse è una “laura” basiliana (cripta di Santo Stefano) dell’XI-XIII secolo ornata di affreschi ormai danneggiati e frammentari.
La Chiesa Parrocchiale (foto in alto) è dedicata a San Nicola, è una semplice costruzione risalente al Settecento, di architettura modesta, fu poi completata e rimaneggiata durante l’Ottocento con una nuova facciata neoclassica. Al suo interno, si trova un notevole altare realizzato da Placido Buffelli. È fronteggiata dalla Torre dell’Orologio, realizzata nel XIX secolo.
Cursi è interessante anche sotto la prospettiva archeologica, infatti vi sono vari menhir tra i quali vanno citati almeno il menhir detto “Croce di Bagnolo” e un altro conosciuto come “Croce delle Tagliate” (Croce delle Tajate in dialetto), entrambi si ergono per circa 4-5 metri di altezza. Il primo (foto in basso) è posto lungo la strada provinciale che porta da Cursi a Bagnolo del Salento. Come si può vedere dall’immagine proposta, è notevolmente alto (4,6 metri) e presenta angoli in parte arrotondati ed in parte scheggiati, con una misura alla base di 48x31cm. Il menhir Croce delle Tagliate, invece, è incastonato in un muro di recinzione di un campo conosciuto con il nome di Croce. L’antichissimo monumento è alto 3,3 metri con base di 33×20 cm, è costituito da un unico blocco di calcare argilloso con facciate ben distinguibili e spigoli arrotondati. Una croce è stata scolpita sulla facciata che volge ad ovest.
La presenza dei menhir testimonia di riflesso come l’area di Cursi fosse abitata fin dalle origini dell’umanità, ben prima dell’epoca romana in cui sorse il paese.
immagine 1: di Lupiae (Opera propria) [CC-BY-SA-3.0], attraverso Wikimedia Commons.
immagine 2: di Lupiae (Opera propria) [CC-BY-SA-3.0], attraverso Wikimedia Commons.
Dove si trova Cursi