Cutrofiano è una ridente cittadina situata nel centro del Salento, dista 27 km da Lecce, 20 Km da Gallipoli, 26 da Otranto e 50 Km. dal Capo di Leuca.
Il nome deriverebbe da “Cultus Iani”, perché in antichità vi era una selva in cui si venerava Giano, che ne attesterebbe la probabile origine romana. Il paese fu devastato da pirati e saraceni durante la dominazione bizantina e fece parte della Contea di Soleto e quindi dal 1088 al 1463 del Principato di Taranto. I Filomarini, signori nel Settecento, istituirono un allevamento di una speciale razza di cavalli che furono molto apprezzati nell’intero Regno di Napoli e in Inghilterra, tanto che l’allevamento stesso fu poi trasferito a Napoli a metà dell’Ottocento.
La fertilità del terreno consente la produzione di uva da vino e da tavola, di olive, tabacco, ortaggi e cereali. Nel luogo è attiva l’estrazione della pietra e dell’argilla, con la quale da secoli gli abili artigiani del luogo realizzano una vasta gamma di oggetti.
Artisticamente interessanti sono anche due porte settecentesche in pietra leccese.
In una zona della periferia di Cutrofiano, in contrada Lustrelle, è presente il Parco dei Fossili, un’area adibita allo studio, alla conservazione ed alla conoscenza delle conchiglie fossili: un immenso tesoro naturalistico e paleontologico.
Il Museo della Ceramica
Cutrofiano è anche il maggior centro di produzione di ceramiche del Sud Salento, portando avanti un’attività antichissima risalente al periodo medioevale. Anche per questo, già nel 1973 si cominciò a tenersi la mostra annuale della terracotta, che contribuì a restituire smalto al settore che entrò in crisi nel secondo dopoguerra. In seguito, venne istituito nel 1985 il Museo della Ceramica, dapprima come semplice esposizione di terrecotte più antiche prodotte localmente. Nel tempo, la collezione si è sempre più arricchita grazie a donazioni e all’acquisito di un’ulteriore collezione di maioliche. Ad oggi, il museo è dotato di quattro aree distinte:
- Una Sezione storico-archeologica con materiale in ceramica dalla preistoria al post-medioevo;
- Una Sezione storico-artistica con ceramiche in vetro e smalto;
- Una Sezione antropologica con oggetti d’uso prodotti a Cutrofiano tra l’Ottocento e la prima metà del Novecento suddivisi per tipi d’uso;
- Una Sezione tecnologica con attrezzi e strumenti che venivano un tempo utilizzati per produrre terracotta dalle botteghe scomparse.
Il museo è aperto al pubblico dalle 9 alle 12:30 e dalle 16:30 alle 20:00.
Chiese
A Cutrofiano la Chiesa Matrice (foto in alto) è dedicata a Maria SS. della Neve, edificata tra il XVI ed il XIX secolo, ha pianta longitudinale ed è dotata di tre navate divise da possenti colonne in pietra leccese di ordine dorico, con arco a pieno centro. Le tele custodite in questa chiesa raffigurano la Vergine col Bambino, i Santi Gennaro e Francesco d’Assisi. Di valore anche il Crocifisso ligneo del Settecento.
La Chiesa della Congrega dell’Immacolata è stata edificata tra il 1722 ed il 1764, presenta una facciata divisa in due parti, quella superiore è ravvivata da nicchie incorniciate da stucchi e si nota il ricco stemma borbonico sormontante sulla finestra centrale. Ai suoi lati si ergono due nicchie con conchiglie che accolgono rispettivamente le statue dei santi Rocco e Filippo neri, mentre sulla sommità è collocata la statua della Madonna Immacolata. L’interno è costituito da un ampio ed unico vano a pianta ottagonale allungata.
Il palazzo ducale
Il Palazzo Ducale di Cutrofiano, noto anche come Palazzo Filomarini, è un’opera seicentesca ed è il risultato dell’adattamento e della ristrutturazione attuata su un preesistente castello dai Filomarini, già duchi di Cutrofiano nella prima metà del Settecento.
Il palazzo presenta una torre ancor più antica (quattrocentesca), un portale bugnato e degli eleganti doccioni, che sono la parte terminale della grondaia, sporgenti dal muro, per scaricare l’acqua a conveniente distanza dal muro stesso.
Immagine 1: by Lupiae (Own work) [Public domain], via Wikimedia Commons.
Immagine 2: by Lupiae (Own work) [Public domain], via Wikimedia Commons.