Un pò di Storia – Piazza Mazzini – Piazza Sant’Oronzo – Mappa
Foto di Franco Mantegani
La “Firenze del sud”? No, Lecce è unica, e chi ci abita lo sa bene. Il Barocco spopola, qui come nel capoluogo toscano, ma un ingrediente segreto rende la ricetta leccese inimitabile, ed è la calorosità tipica del meridione d’Italia, anzi dei Salentini.
Lo speciale condimento si ritrova dappertutto: lungo le stradine del centro storico, dove addolcisce la maestosità (che altrimenti, forse, metterebbe in soggezione) dei monumenti che le punteggiano; nei locali che affollano quelle viuzze, a mo’ di tante piccole badie, ossia luoghi accoglienti e confortevoli, dall’aria rustica e familiare.
Probabilmente sta in contrasti come questi (tra l’imponenza di chiese e palazzi da un lato, la semplicità della gente e il volto acqua e sapone di trattorie e ristorantini tipici dall’altro) il perché del fascino singolare del capoluogo salentino. D’altra parte, come dice il proverbio, “gli opposti si attraggono”, e qui di sicuro attraggono turisti da ogni dove che la scelgono, udite udite, in alta come in bassa stagione.
Sbaglia, infatti, chi crede che la città non sia vivibile d’estate. Forse non sa che il mare dista poco più di 10 km dal centro urbano: parliamo di San Cataldo, una delle località balneari che fanno capo a Lecce, “titolare” di ben 20 km di costa, comprendente anche i centri turistici, adagiati sulla sabbia ed affacciati sull’Adriatico, di Torre Chianca, Torre Rinalda e Frigole.
Non che in bassa stagione non si possa fare ugualmente un salto al mare (il clima spesso mite lo permette), ma bisogna sapersi organizzare con le mille e più cose che ci sono da fare e da visitare.
Una volta dentro le antiche mura (passando attraverso Porta Napoli, Porta San Biagio o Porta Rudiae) che stringono in un grande abbraccio il borgo antico, infatti, difficilmente vorrete uscirne fuori, perché rimarrete imbrigliati nella magica trama intessuta dai fili di quella storia che rivive nei vari monumenti, sulle cui facciate spiccano, in primo piano, lo stile barocco e la pietra leccese: dalla Basilica di Santa Croce a Palazzo dei Celestini affianco, dalle chiesette greche disseminate qua e là al Castello Carlo V, dai vari Musei (il “Sigismondo Castromediano”, quello della Cartapesta e quello Diocesano) all’Obelisco sul Viale degli Studenti.
Meritano una nota a parte gli scenari che si spalancano in Piazza Sant’Oronzo e Piazza Duomo: la prima dominata dalla statua del santo patrono, alta 29 metri, contornata dal Sedile, dalla Chiesa di S. Maria della Grazia e dalla cappella di San Marco; mentre nella seconda, a reggere le fila dello spettacolare panorama, c’è la Cattedrale, ma anche il Palazzo del Seminario, il Campanile e l’Episcopio.
STORIA DI LECCE
I ritrovamenti di alcune tombe con corredi del V e IV sec. a.C., dell’ipogeo Palmieri con bassorilievi del IV sec. a.C. e alcuni tratti della cinta muraria, confermano che le origini della città risalgono all’età dei messapi.
In età romana, durante l’impero di Adriano,la città, chiamata Lupiae, (lupo, che campeggia con un albero nello stemma cittadino) avvia il suo sviluppo. Sotto l’imperatore Marco Aurelio, Lecce vede fiorire l’economia e lo sviluppo edilizio. Lecce decade con la caduta dell’Impero Romano, ma comincia a rivivere con l’arrivo dei Normanni.
Roberto il Guiscardo fonda la contea di Lecce, che nel Medioevo fu punto di riferimento di tutta la cultura cavalleresca.
Viene allora ricostruita la Cattedrale e sorgono due importanti monasteri, quello di S. Giovanni Evangelista e quello dei Santi Niccolò e Cataldo.
Alla dominazione normanna segue quella degli Svevi, gli Angioini, i Brienne e i Del Balzo Orsini. Con Carlo V inizia una nuova era: il Rinascimento salentino, grazie anche alla collaborazione di due architetti importanti: Gian Giacomo d’Acaja e Gabriele Riccardi, vengono aperti nuovi assi viari rettilinei, come quello che lega S. Croce, il Convento dei Celestini e Palazzo Adorno, si costruiscono le mura di cinta, il Castello, l’Arco di Trionfo per Carlo V, l’Ospedale dello Spirito Santo.
Lecce, in età spagnola, conferma la propria posizione di centro artistico e culturale, arricchendosi di edifici, chiese e palazzi. Nasce così la chiesa di S. Croce, il Palazzo del Seggio, le Chiese di S. Irene, di S. Maria della Grazia e del Gesù.
Nel Seicento, i vescovi impongono la loro supremazia sulla città con il rifacimento e il rinnovo continuo della Cattedrale e delle più importanti Chiese. Viene modificata la Piazza del Duomo, la Piazza del Mercato viene arricchita con la statua di S. Oronzo sulla Colonna romana e furono costruite altre Chiese.
Nel Settecento continua a dominare la cultura barocca. Nel 1734, dopo un breve periodo di dominazione austriaca, a seguito della rivolta contro i borboni e il pericolo di una restaurazione spagnola, la nobiltà prende il potere. Nell’Ottocento, l’attività edilizia ed artistica, voluta da Napoleone, frena la soppressione degli ordini religiosi.Le mura vengono abbattute e si creano nuovi quartieri di gusto neoclassico, neomoresco e neogotico.
Nel 1927 la Provincia di Lecce si stacca da quella di Taranto e di Brindisi.
PIAZZA MAZZINI
Piazza Mazzini, chiamata anche Piazza Trecentomila perché nel 1956, durante il ‘Congresso Eucaristico Internazionale’, si riunirono circa trecentomila persone per assistere alla manifestazione.
Sorse come sfogo all’espansione urbanistica e forse anche in contraddizione al centro storico tradizionale.Essa è situata nella zona moderna della città.
Circondata da alberi e con al centro una bella fontana monumentale che sottolinea la standardizzazione architettonica dei palazzi intorno, dalle linee anonimamente moderne, senza una tipica connotazione, è il vero centro dello shopping leccese dove infatti, si trovano i negozi più alla moda del capoluogo.
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PIAZZA SANT’ORONZO
L’attuale Piazza Sant’Oronzo è ben diversa rispetto a come la stessa piazza appariva fino ai XIX secolo. In pieno centro storico, tanto da rappresentarne idealmente il fulcro, la piazza si andò realizzando a strati dal Medioevo fino all’Ottocento. Ancora fino a quel secolo, essa in realtà occupava lo spazio che oggi si apre affacciandosi sull’Anfiteatro, alla cui destra (dove sorge la piazza attuale) vi era il cosiddetto “quartiere delle botteghe”.
A seguito degli interventi urbani alla fine del XIX secolo, di successivi interventi in epoca fascista che hanno visto l’abbattimento del quartiere delle botteghe, e della scoperta dell’Anfiteatro Romano, la piazza ha così assunto dal Novecento una fisionomia completamente diversa: al posto della piazza originaria oggi vi è il bellissimo Anfiteatro Romano, scoperto alla luce del sole per un quarto delle sue dimensioni totali, mentre l’attuale piazza sorge dove prima vi era il quartiere delle botteghe.
Così, già dal dopoguerra, non vi sono più portici e botteghe che caratterizzavano la vecchia “piazza dei mercanti”, ma vi è uno spazio molto più arioso e formato dall’Anfiteatro Romano, l’area trapezoidale davanti al Sedile (eretto come sala riunioni comunale nel 1592 e oggi sede talvolta di mostre), la Colonna del Santo e l’ampio spazio della piazza a forma ovale con al centro la lupa, stemma della città.
La piazza prende il nome dal Santo Patrono di Lecce fin dal 1656, Sant’Oronzo, diventato tale dopo una terribile epidemia di peste che si abbatté sul Regno di Napoli provocando molte vittime che però non coinvolse la città. Il popolo e il clero leccese, tra cui il Vescovo Luigi Pappacoda, si convinsero così che la città era stata risparmiata per intercessione di Sant’Oronzo.
Ad onore del santo, tra la Piazza e l’Anfiteatro, sorge una grande ed alta Colonna sulla cui sommità vi è la statua del Santo e che è nota proprio come Colonna di Sant’Oronzo. Fu innalzata nel 1666 qualche anno dopo l’episodio della scampata pestilenza, proprio come ringraziamento al Santo. È alta 29 metri e l’originale fu distrutta da fuochi d’artificio nel 1737. Due anni dopo fu ricostruita in rame, modellata e fusa presso una bottega di Venezia, e raffigura S. Oronzo nell’atto di benedire la città. Il fusto e il capitello della Colonna sono realizzati con i rocchi di una delle due colonne romane gemelle che un tempo segnavano il punto terminale della via Appia al porto di Brindisi. Inizialmente la Colonna era al centro della piazza originaria, fu poi spostata all’inizio del Novecento per riportare alla luce l’Anfiteatro appena scoperto.
Accanto al Sedile prende posto l’ex chiesa di San Marco realizzata nel Cinquecento, mentre di fronte all’Anfiteatro vi è la Chiesa di Santa Maria delle Grazie costruita tra il 1590 e il 1506. Per via della presenza di questa chiesa e di altri palazzi storici, si è deciso di non scoprire interamente l’Anfiteatro. Quest’ultimo è attualmente utilizzato per eventi estivi e rappresentazioni teatrali. Dall’altro lato dell’ovale della Piazza prendono posto palazzi novecenteschi con ampie arcate sottostanti, dove vi sono numerose attività commerciali come negozi, gelaterie, bar, librerie.
D’inverno la piazza viene abbellita con luci particolari che creano un’atmosfera molto intima, come potete vedere nell’immagine proposta qui in basso. È infine sede di numerosi eventi musicali, culturali ed enogastronomici durante tutti i dodici mesi dell’anno.
Immagine 3: by Dread83 (Own work) [CC-BY-SA-3.0 or GFDL], via Wikimedia Commons
Immagine 4: by Cammmello at it.wikipedia. Later version(s) were uploaded by AlxRose at it.wikipedia. [Public domain], from Wikimedia Commons
Dove si trova Lecce