Le Chiese – Barbarano del Capo – Mappa
Di Lupiae – Opera propria, CC BY-SA 3.0
Morciano di Leuca è situato nell’estremo lembo della penisola salentina, dista circa 7 Km da S. Maria di Leuca e 3 Km dal mare Ionio.
Ha origine dalla distruzione dell’antichissima città di Vereto avvenuta nel IX secolo d.C. ad opera dei Saraceni.
L’etimologia del suo nome sembra derivi dal latino ‘murex’ che indica il tipo di terreno di natura rocciosa e collinare sul quale sorge l’abitato.
Questa cittadina risale intorno al 1190 quando, il Re delle due Sicilie, Tancredi, assegnò i vari feudi del territorio salentino ai suoi sudditi.
Dopo la morte di Tancredi, nel 1194, subentrarono gli Svevi, fino al 1266, gli Angioini fino al 1442 e gli Aragonesi che durarono fino al 1618.
Di Morciano di Leuca fanno parte anche Barbarano del Capo e la marina di Torre Vado.
Il castello di Morciano, attualmente denominato Castello Valentini, è un magnifico ed imponente esempio di architettura civile risalente alla seconda metà del XIV secolo.
La struttura a piante quadrate con torrioni angolari cilindrici, si sviluppa su due piani. Intorno alla metà del 1500, le vecchie mura sostituirono le mura posteriori per difendere al meglio la popolazione dagli attacchi dei pirati.
Nel corso dei secoli divenne dimora di diverse famiglie gentilizie, lo testimoniano gli stemmi affissi sulle mura.
LE CHIESE
La Chiesa Matrice di Morciano presenta una pianta a 3 navate dove quelle laterali ospitano una serie di altari dedicati a figure sacre. E intitolata a S. Giovanni Elemosiniere, Patrono del paese. L’impianto attuale della Chiesa risale al 1576.
La Chiesa occupa uno degli angoli di quadrilatero che comprendeva il castello, la Chiesa dei Carmelitani, la Chiesa Matrice e il cosiddetto rione “Torri” costituito da civili abitazioni che avevano la struttura di veri e propri fortilizi e che formavano una cortina fortificata in grado di far fronte agli attacchi dei pirati saraceni.
La chiesa del Carmine, come documenta un’iscrizione situata alla base di uno stemma posto sulla facciata laterale, fu fatta costruire negli anni intorno al 1486 dal barone Ruggero Sambiasi. Conosciuta anche come Chiesa del Rosario, faceva parte all’inizio del 1500, di un unico complesso che comprendeva anche il Convento dei Carmelitani.
L’impianto presenta un’unica navata con volte a spigolo a sesto ogivali e con un manto di copertura costituito da embrici. La zona absidale presenta invece una volta a squadro molto comune nella tecnica costruttiva salentina.
L’edificio oltre all’altare principale, contiene altri quattro altari due per lato, tre dei quali realizzati in carparo con inserzioni a stucco sovrapposte mentre il quarto è in marmo.
La parte esterna presenta quattro paraste (elemento architettonico con funzione portante, spesso anche decorativa, costituito da un pilastro o da una semicolonna che fuoriesce da una parete) che nella parte intermedia diventano due fino a scomparire del tutto nella zona di coronamento.
Il portone d’ingresso presenta un rilievo raffigurante la Vergine rivolta ad un angelo con attorno una schiera di figure di angeli e un grande finestrone rivolto verso occidente che permette una buona luminosità all’interno della Chiesa.
BARBARANO DEL CAPO
frazione di Morciano di Leuca, deve il suo nome da ‘barbari’, che fa ricordare che la nascita del centro fu dovuta alla distruzione di un altro villaggio, a causa dei barbari. Secondo alcune ipotesi, anche questo piccolo centro nacque in seguito alla distruzione del vicino Casale di Vereto, avvenuta nel IX secolo per mano dei saraceni.
L’età feudale ebbe inizio con l’arrivo dei normanni, allorquando Re Tancredi D’Altavilla cedette il piccolo feudo a Lancellotto Capece.
Alla fine del XIII secolo, il centro fu governato prima da Scipione Ammirato e, successivamente, dalla famiglia Antoglietta. Fino agli inizi del XVII secolo si susseguirono i D’Aquino ed i Nontolio.
Gli ultimi feudatari furono i Capece, che governarono fino al 1806, anno in cui fu soppressa la feudalità.
Nel centro storico di Barbarano del Capo, si erge una grande torre cinquecentesca, sulla quale spicca la scultura dello stemma nobiliare della famiglia Capece.
La Chiesa Madre è dedicata a San Lorenzo e risale al XVI secolo. Esternamente si presenta molto sobria, mentre all’interno si può ammirare una tela raffigurante il martirio del Santo.
Di particolare interesse è la Cappella di Santa Maria di Leuca del Belvedere, risalente al XVII secolo che fu edificata come punto di sosta per i numerosi fedeli che si recavano in pellegrinaggio alla Chiesa di Santa Maria di Leuca.
All’interno, a navata unica, si possono ammirare antichi affreschi, mentre l’esterno è imponente e ben decorato.
Barbarano è anche famoso per le cosiddette ‘vore’, degli enormi buchi nel terreno, dovuti a fenomeni carsici. Sul territorio ve ne sono due che, secondo la leggenda, venivano considerati dei punti di passaggio tra la terra e gli inferi.