Un pò di storia – Il mare e le Spiagge – Il Porto – La Torre – Mappa
Porto Cesareo è stata riconosciuta dagli studiosi erede dell’antico Portus Sasinaedi epoca latina ed è oggi tra le più note località turistiche estive del Salento. Caratterizzante di Porto Cesareo è una bellissima spiaggia che si estende ininterrotta per 17 chilometri e di fronte la spiaggia del centro abitato si erge dal mare un arcipelago di isolotti, spesso riflesso in un mare calmissimo, cristallino e incontaminato.
l più conosciuto di questi isolotti è l’Isola Grande, detta anche ‘Isola dei Conigli‘. L’Isola dei conigli si può raggiungere tramite apposito servizio in barca o, se il tempo lo consente, anche direttamente a mollo via mare, con un po’ di nuoto. Sull’isola troverete già diversi bagnanti, ma se ci andate in agosto vi risparmierete un po’ della calca che affolla le spiagge cittadine.
Il fascino di Porto Cesareo è amplificato dalle sue acque cristalline e dai lunghi lidi tra dune naturali ricoperte di macchia mediterranea. In estate, Porto Cesareo si riempie di turisti che sono attratti dall’ottima organizzazione balneare, dai numerosi villaggi turistici e lidi nei dintorni. L’area costiera è ricchissima di hotel e di strutture ricettive, con grandi parcheggi custoditi ad accogliere le auto di migliaia di bagnanti che ogni anno si riversano sulle sue spiagge. Non mancano alcuni tratti di spiaggia libera, ma se scegliete questi tratti è d’obbligo non arrivare alle ore di punta…non trovereste un solo fazzoletto di sabbia in cui poter piantare il vostro ombrellone e stendere l’asciugamano!
Il paese è inoltre sede di un centro di ecologia marina che controlla lo sfruttamento delle risorse ittiche e di un importante museo di biologia marina dove si ammirano specie rare di pesci. A proposito di pesci, Porto Cesareo è famosa anche per le squisite triglie che si pescano solo nel suo mare, dove cresce un tipo particolare di alga di cui esse si nutrono e che conferisce un gusto ancora più saporito a questa specie. dalle vie molto caratteristiche si estende su una piccola penisola caratterizzata da due riviere conosciute come la ‘Riviera di Levante’ e la ‘Riviera di Ponente’. In quest’ultima sorge un piccolo porticciolo, attracco delle tipiche barche dei pescatori.
Famosa è anche la vicenda della statua della prosperità dedicata a Manuela Arcuri, che reca l’epigrafe “l mare di Porto Cesareo a Manuela Arcuri simbolo di bellezza e prosperità”. È stata collocata sul lungomare nel 2002 e realizzata dall’artigiano Salvatino De Matteis. Il suo rapporto di amore e odio con i locali l’ha vista in un primo momento rimossa nel 2010 per poi tornare al suo posto l’anno seguente.
Porto Cesareo, in definitiva, è una delle stelle della costa jonica, in cui poter ritrovare atmosfere caraibiche con un mare tanto cristallino quanto basso per decine e decine di metri. Perché quindi andare ai Caraibi, quando lo stesso tipo di mare, di spiaggia e di servizi può essere ritrovato direttamente a Porto Cesareo nella nostra bella Italia?
Un pò di storia
Porto Cesareo ha origini antichissime ed era già conosciuta in epoca pre-romana come Portus Sasinae, fondata cioè dagli abitanti di Saseno, piccola isola vicino Valona, in Albania. Essi apparvero sulle coste Ioniche prima del V secolo a.C e si fecero conoscere come un intraprendente popolo di pescatori e commercianti.
Sulle rive del paese sbarcarono anche i Micenei che portarono manufatti dalla loro patria, in particolare vasi e anfore con motivi dipinti. Poi vi si stabilirono i Messapi, i quali, provenendo probabilmente dall’Iliria, l’attuale Albania, si erano stanziati su tutto il territorio pugliese già intorno all’ VIII secolo a.C.La presenza dei Messapi è testimoniata da quattro pilastri di pietra, simboli religiosi, presso i quali venivano fatte offerte alla divinità.
Al periodo Romano risalgono diverse colonne monolitiche ritrovate in mare, ma ad un certo punto Portus Sasinae scomparve, forse a causa di paludi sempre più diffuse, forse distrutta dai Gallipolini, che la vedevano rivale nei traffici pescherecci e che volevano impadronirsi del suo porto. La data precisa della distruzione non risulta documentata, probabilmente è da ascrivere intorno al 200-300 d.C.
Qualche secolo dopo, verso l’anno Mille, dei monaci dell’ordine basiliano costruirono un’abbazia che rimase per cinquecento anni e che permise la rinascita del centro. Fu riconosciuta e chiamata Cesaria, dai Greci e, pian piano, il piccolo nucleo si espanse grazie al porto commerciale da cui passavano olio e grano sia per la Sicilia che per le Repubbliche Marinare. In quella fase fu realizzata anche la “”Torre Cesarea”. Nel Medioevo la troviamo possedimento di Nardò, ma più tardi passò nei possedimenti del conte di Lecce, Antonio Orsini.
All’abolizione del fedaulesimo si formò il primo nucleo di pescatori che si spartirono il territorio e svilupparono l’urbanizzazione durante l’Ottocento, ma il centro restava una semplice frazione di Nardò. Anche per questo, per volere del Vescovo di Nardò fu realizzata nel 1880 la chiesa della Madonna del Mutuo Soccorso, attualmente Chiesa Madre, utilizzata e in ottimo stato, che andò ad affiancare la piccola Cappella di Santa Cesarea risalente al Seicento. Ecco perché il paese ha due Patrone.
Agli inizi del Novecento fu bonificato integralmente l’entroterra agricolo e l’area circostante (detta Terra d’Arneo), cominciando ad assumere rilevanza non solo come piccolo porto ma anche come centro balneare. Nel 1966 è stata fondata la Stazione di Biologia Marina, acquisita nel 1977 dall’Università di Lecce e gestita, dal 1980, da un comitato di cui fa parte anche il Comune di Porto Cesareo. Dal 1974, un referendum ha sancito la sua autonomia da Nardò diventando così un comune autonomo dal 1975.
Negli ultimi decenni la sua importanza è cresciuta straordinariamente come mercato ittico e soprattutto come attrezzato insediamento turistico che oggi gode di oltre 17km di spiagge finissime e di un’area marina protetta.
Il mare
L’area attorno al mare di Porto Cesareo è un bellissimo esempio di macchia mediterranea a ginepro i cui esemplari arborei sono stati definiti dagli esperti tra i più belli d’Italia ed inseriti negli habitat prioritari da salvaguardare direttamente dall’Unione Europea, già quando ancora era CEE.
Al di là dell’importanza naturalistica, il mare di Porto Cesareo è di fondamentale trazione per il turismo grazie alla presenza di un fondo sabbioso che rimane basso per decine di metri e alle acque sempre trasparenti che richiamano atmosfere caraibiche, nonché grazie alle grandi e lunghissime spiagge: da Porto Cesareo fino a Punta Prosciutto passando per Torre Lapillo, un’unica grande lingua di sabbia si dipana per svariati chilometri tra lidi attrezzati e spiagge libere. Al turista l’ampissima scelta. Se vi recate al mare di Porto Cesareo nei giorni di punta di Agosto, però, ricordatevi sempre che le spiagge sono prese d’assalto ed è bene partire di buon mattino per essere sulla spiaggia non più tardi delle nove: in caso contrario, rischiereste di non trovare né parcheggio negli spazi adibiti appositamente dalle strutture né un posto in spiaggia, nemmeno in quella libera!
La costa è caratterizzata dalla presenza di numerosi promontori, isolotti e scogli, tra i quali riveste particolare importanza l’Isola grande, detta anche “Isola dei conigli”. Questo nome alternativo si è affermato rapidamente alcuni decenni fa, quando negli Anni Cinquanta fu avviato, e successivamente abbandonato, un allevamento di conigli allo stato selvatico.
Oggi, dunque, dei conigli non vi è in realtà più traccia e l’isola è diventata un parco naturalistico di straordinario interesse biologico grazie alla presenza di 200 specie vegetali differenti. Ad esempio, su uno scoglio denominato ‘Su Mujusu’ a causa del suo fondale marino fangoso dove sorge (dialettalmente il fango è detto ‘moja’), è stata riscontrata la presenza di un tipo di iris definito ‘revoluta nova specie’, dal fiore viola scuro e dal profumo pungente. “Nova specie” perché questa specie di iris è unica in Italia, anzi, più che unica: cresce solo su questo scoglio!
La grande ricchezza naturalistica e di conseguenza economica di Porto Cesareo è rappresentata comunque dalla totalità del suo mare, tanto prezioso che per la sua tutela è stato istituito un Parco Marino Nazionale. Nell’area protetta, che è compresa tra Punta Prosciutto (limite di confine con la provincia di Taranto) e Torre Inserraglio, si trova anche la cosiddetta ‘prateria sommersa’ di Fanerogame, una rarità biologica che merita di essere difesa e che offre ossigeno, rifugio e nutrimento a numerosi organismi marini. A questa verde prateria, sviluppata sulla sabbia, si contrappone l’esuberanza delle forme del coralligeno, che predilige i fondali rocciosi. È possibile fare immersioni nel Parco Marino e non ve ne pentirete: offrono scenari meravigliosi in cui potrete ammirare stupendi e intatti fondali abitati da crostacei, molluschi, pesci variopinti e da affascinanti tartarughe.
Il Porto
Porto Cesareo è ricco di insenature naturali che ne hanno fatto un’area portuale fin dall’antichità e da prima della dominazione romana. Era sentita infatti la rivalità con Gallipoli, prima che quest’ultima attaccasse l’antico borgo di Porto Cesareo facendolo scomparire per diversi secoli. Fu proprio grazie al porto e agli scali commerciali che portava, che questo centro riuscì a riprendersi.
Oggi Porto Cesareo è dotato di un piccolo porticciolo in cui si addentrano per gli attracchi due banchine di piccole dimensioni (una di 30 e l’altra di 25 metri). Il fondale è piuttosto basso limitandosi a 2 metri e mezzo di profondità.
Consente l’attracco solo a piccole imbarcazioni di taglie non superiori ai tre metri e si tratta sostanzialmente di molte barche variopinte di pescatori ed alcune turistiche.
Le sue acque sono quasi sempre calme, sia quando soffiano i venti da levante che quelli da ponente. Un altro porto ancora più piccolo si trova all’altezza del collegamento con l’Isola Grande e offre rifugio a imbarcazioni di pescatori e ad altre che collegano Porto Cesareo all’isola.
Al porto sono legati alcuni aneddoti. Negli Anni Settanta, ad esempio, fu ritrovato nelle sue acque un piccolo anello d’oro con incisi alcuni strani segni. Fu poi la facoltà di archeologia di Milano a studiarlo e a capire che i segni altro non erano che parole in lingua fenicia con una frase che indicava buon augurio.
L’anello fu trovato nel fondale del porto che ancora oggi presenta sassi, pietre e cocci dispersi in grande quantità, il tutto dovuto a costruzioni crollate nel tempo. L’affascinante storia dell’anello, quindi, testimonia le relazioni che i Fenici avevano anche con l’area salentina e con Porto Cesareo.
Sono inoltre state trovate tra questi cocci molte anfore di età romana e greca, il che fa pensare che probabilmente in quell’epoca le imbarcazioni locali erano dedite al commercio di questo particolare prodotto. Furono trovate anche diverse ancore oggi andate perdute perché fuse e riutilizzate dai pescatori. Nel 2013, infine, nelle acque del porto è giunto un delfino in cattive condizioni avvistato in primis proprio dai pescatori, ma anche da turisti. Il cetaceo aveva con tutta probabilità bisogno di cibo e dopo essere stato rifocillato da specialisti dell’area marina protetta è stato aiutato a riguadagnare il largo.
La Torre
Chi conosce bene le coste del Salento, già lo sa: spesso e volentieri, a distanza di qualche chilometro l’una dall’altra, lungo il profilo costiero che volge al mare sorgono diverse torri di avvistamento di antica memoria, volute per fronteggiare le eventuali invasioni di turchi e stranieri. Porto Cesareo non si sottrae a questa regola e possiamo dire che il sistema di torri più vicino è costituito dalla Torre Cesarea direttamente in città, ma anche dalle vicine Torre Chianca, Torre Squillace e Torre Lapillo.
La Torre Cesarea è la vera e propria torre del centro abitato, pur trovandosi ai margini del confine meridionale. Di pianta quadrangolare, la sua versione originaria fu realizzata tra il 1568 e il 1570 per opera di Virgilio Pugliese, dopo che quest’ultimo vinse una gara d’appalto tenutasi presso il castello aragonese di Taranto, per poi essere però distrutta e ricostruita nel 1622. I suoi sedici metri di altezza fanno sì che questa torre sia ben visibile alle imbarcazioni che transitano al largo anche a distanza di chilometri.
Come molte altre, anche questa torre fu realizzata per assecondare le volontà di Carlo V. L’intento era quindi ben chiaro: far capire ad ospiti “minacciosi” che la città era pronta a rispondere a qualsiasi attacco. Difatti, sul terrazzo venivano disposti dei cannoni in grado di rispondere al fuoco da apposite fessure. La particolare posizione del Salento, del resto, rendeva queste terre una mira per i pirati in cerca di ricchezze. La sua struttura è molto resistente ed i quattro metri di spessore delle mura hanno permesso alla torre di conservarsi fino ai giorni nostri. Quando la torre non è più servita come arma di difesa, è stata utilizzata in altro modo.
Se durante l’Ottocento fu sede della dogana, oggi è stata completamente restaurata ed i suoi interni sono adibiti ad ufficio per la Guardia di Finanza locale. All’interno è costituita da due piani collegati tra loro per mezzo di possenti scale.
Con il passare dei secoli, la torre è stata chiamata anche in altri modi, come “Cesareo” o “Torre del Porto Cesareo”, prima di prendere il definitivo nome odierno.
La torre più vicina, come detto è Torre Chianca (da non confondersi con un’omonima torre sulla costa adriatica), che si trova su una lingua di terra a metà tra la Torre Cesarea e Torre Lapillo. Torre Chianca è un po’ più alta elevandosi complessivamente per diciotto metri. Nelle acque vicine alla torre sono stati trovati importanti reperti che risalgono probabilmente al periodo tra il II e il I secolo a.C. di alcuni sarcofagi e resti di cinta murarie. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale è stata un importante snodo di rifugio strategico per soldati prima italiani e poi tedeschi. Questo periodo è stato dannoso per la torre, che ha visto subire alcune lesioni a causa delle esercitazioni che, nel frattempo, i soldati erano soliti fare.
Come vedete nell’immagine 10 in basso, la spiaggia nei pressi di Torre Chianca prosegue sulla stessa scia di quella di Porto Cesareo: finissima, bianchissima, con un mare che distende i sensi al solo guardarlo.
immagine 1: Flickr by Apriliars50 licenza CC-BY-SA.
immagine 2: Flickr by iz4aks licenza CC-BY-SA.
immagine 3: flickr by apriliars50 licenza CC BY-SA.
immagine 4: flickr by Cristiano Sabbatini licenza CC BY-ND.
immagine 5: flickr by iz4aks licenza CC BY-SA
immagine 6: flickr by iz4aks licenza CC BY-SA
immagine 7: Flickr by Lupin_3 Licenza CC-BY-ND
immagine 8: Flickr by iz4aks Licenza CC-BY-SA
immagine 9: Foto di Carmelo Rainieri
immagine 10: Flickr by Manlio Ranieri licenza CC BY-SA