Soleto

L’origine del centro abitato di Soleto, paese nel cuore del Salento, è probabilmente antichissima e risale all’epoca messapica, di cui sono state ritrovate in una necropoli delle iscrizioni. Sopravvisse sicuramente anche in epoca romana, come dimostrato dalla citazione di Plinio di venti secoli fa (Soletum).

Nell’Alto Medioevo e fino al termine del Cinquecento fu anche un’importante centro religioso e culturale di quella particolare area in seguito nota come Grecìa Salentina, accomunata da lingua e cultura italo-greca. Infatti, sotto il dominio bizantino Solento si ripopolò di abitanti di lingua e cultura greca, e queste ultime resistettero alla conquista normanna ritrovandosi ancora oggi nel dialetto locale ed in certi costumi tradizionali.

Il borgo antico ha mantenuto l’originario impianto medioevale, caratterizzato da vie strettissime disposte ortogonalmente, su cui si affacciano case gentilizie rinascimentali, portali di palazzi barocchi arricchiti da stemmi e da decorazioni di insolita eleganza.

Il periodo di maggiore splendore di Soleto fu secoli XIV e XV, che coincise con la signoria di Raimondello Orsini-Del Balzo e di suo figlio Giovanni Antonio, principe di Taranto. In quegli anni Soleto raggiunse l’apice della ricchezza e del prestigio diventando la cittadina principale di una vasta contea.

Alla morte di Raimondello, Soleto sarà governata dalla vedova Maria d’Enghien, che dopo una breve parentesi come Regina di Napoli, rafforzò la propria posizione su Soleto ingrandendo la signoria. La contea di Soleto finirà per esaurirsi nella grande signoria orsiniana chiusa nel 1463. Da quel momento in poi fulcro dell’area diventerà la ducale Galatina.

Chiese

 

soleto chiesa madre interno

 

La Chiesa Matrice di Soleto (foto in alto) è dedicata a Maria S.S. Assunta. Conserva un fonte battesimale del Trecento ed un pulpito ligneo del Settecento, entrambi di pregevole fattura.

La Chiesa di S. Stefano risale alla metà del XIV secolo e precede di circa cinquanta anni i lavori della guglia. Essa è testimonianza della cultura tradizionale dell’abitato di quei tempi, che anche nella metà del XVI secolo era conosciuto tra i paesi esclusivamente greci per lingua e per rito religioso. La piccola chiesa unisce sul prospetto degli elementi gotici – come l’elegante campaniletto a vela – e reminiscenze romaniche, come il portale, sormontato da un rosone dal classico stile pugliese. L’interno è ricco di affreschi di stile bizantino distribuiti lungo tutte le pareti, risalenti ad epoche diverse. Sui muri si riconoscono due strati di pitture risalenti al XIV e al XV secolo.

I dipinti più interessanti sono però quelli che rivestono la piccola abside, vale a dire la Discesa dello Spirito Santo sulla Vergine e gli Apostoli e un’immagine rara di un Cristo adolescente, che simboleggia la sapienza divina, al cui fianco si trovano quattro figure di vescovi santi, due per lato. In controfacciata si può ammirare un dipinto post-giottesco che illustra un Giudizio Universale. Qui la composizione, che presenta le dodici figure apostoliche, viene suddivisa in due parti dall’Arcangelo Michele, vestito come una sorta di guerriero angioino: sul lato destro sono dipinti gli eletti del Paradiso, mentre sul lato sinistro si trovano i dannati, di cui si vede anche una dettagliata rappresentazione dei peccati e della pena corrispettiva subita nell’Inferno.

La Chiesa delle Anime è del Seicento e presenta un raffinato portale barocco. Il Cristo benedicente, posto nella lunetta, sovrasta le figure delle anime purganti. La Chiesa di San Nicola ha un portale riccamente intagliato, all’interno mostra sulle pareti ai due lati dell’unica navata una Madonna col Bambino, S. Stefano, scene della vita del Santo, ed ancora San Nicola in atteggiamento benedicente, Sant’Onofrio ed altri santi, tutti di origine orientale.

La Guglia di Raimondello e la Porta di San Vito

guglia soleto 1

Di Lupiae – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12121775

La Guglia di Raimondello (ricordiamo che la guglia è un elemento architettonico ornamentale che conclude in alto un edificio o una parte di esso a sviluppo verticale; ha forma piramidale o conica, molto allungata, che si restringe a punta innalzandosi; è tipico dell’architettura gotica) è indubbiamente un mirabile esempio di arte tardo-gotica nel Salento e di campanile senza campane, perché realizzato puramente per mera bellezza. Si tratta di un’opera così significativa per la storia del Salento, e così sconvolgente per quei tempi, da essere oggetto di suggestione popolare da cui nacque un’antica leggenda secolare, secondo cui la Guglia venne costruita in una sola notte da quattro diavoli.

Per porre fine alla leggenda, nella seconda metà del Settecento dovette intervenire il Vescovo di Lecce in persona – Alfonso Sozy Carafa – affinché promuovesse un dibattito per accertarne la costruzione, persa allora nella notte dei tempi. Soltanto allora si riscoprì l’autore dell’opera in un’iscrizione nascosta sulla sommità del campanile, che recitava: Magister Franciscus Colaci Suburbien, ossia Francesco Colaci di Surbo. Le ricostruzioni storiche hanno accertato che la Guglia fu realizzata a cavallo tra il Trecento e il Quattrocento per volere di Raimondello Orsini del Balzo. L’assenza di campane fa intuire che fu eretta per scopi ornamentali accanto alla Collegiata di Santa Maria Assunta, quest’ultima ricostruita nel 1783 in linee che non riescono più a tenere il passo con l’armonia, l’eleganza e la grazia dei decori della grande torre.

guglia soleto 2

Di forma quadrata, si eleva per 45 metri attraverso 5 piani che si concludono con un cupolino del XVIII secolo semplicemente rivestito di mattonelle verdi e gialle. Mentre il primo e il secondo ordine sono senza finestre ma hanno soltanto archetti trilobi, il terzo ospita su ciascun lato una bifora (finestra a due aperture poggianti su una colonnina centrale che divide il vano in due parti uguali) divisa da una colonnina tortile in un ornato lapideo lievissimo che attorciglia tra loro più elementi: spigoli, arcatelle, cimose in cui si incastonano leoni, grifi e stemmi riferiti al committente Orsini del Balzo ed alle casate apparentate.

Arieggiato da una bifora per lato è il tiburio ottagonale, animato, oltre che da frontoni trapezoidali, da leoni alati e da mostri. La Guglia oggi si presenta interamente restaurata ed è un significativo capolavoro dell’architettura tardogotica meridionale, testimoniando allo stesso tempo il periodo di maggior splendore di Soleto. La Porta di S.Vito di Soleto (prima foto in alto) è l’ultima ancora esistente delle quattro porte che nel XIV secolo furono erette a difesa della terra (S. Vito ad est, S. Gaetano ad ovest, S. Antonio a nord, S. Paolo a sud). È sormontata da una statua in pietra della Madonna.

immagine 1: by Fusanton (Own work) [Public domain], via Wikimedia Commons.

immagine 2: by Lupiae (Own work) [CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons.

immagine 3: by Lupiae (Own work) [CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons.

immagine 4: by Freddyballo (Own work) [GFDL or CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons.

Dove si trova Soleto

mappa soleto

 

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